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La Muta conservato nella Galleria Nazionale delle Marche dipinto di Raffaele Sanzio nel 1507
Stemma
Giovanna da Montefeltro
<< Giovanna da Montefeltro come la definisce il Frate Gratia de Francia fù una donna dignitissima , doctissima nelle scienze, liberale, prudente et onesta , bella di corpo, ma più bella di fede et d'animo >>, l’Archivio Provinciale dei Frati Minori delle Marche di Falconara, in provincia di Ancona, conserva un manoscritto senza titolo iniziale , ma conosciuto come la Cronachetta di frate Grazia di Francia, il tutto è registrato sotto un codice che riguardano i fatti e la storia della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia, tutto voluto dalla famiglia dei Della Rovere alla fine del XVI secolo, in poche parole il frate Grazia di Francia scrisse diverse biografie tra il 1503 e il 1523 che oggi sono conservate presso la Biblioteca Apostolica Vaticana nel codice Urbinate Latino 1023.
Ci viene confermato dalle affermazioni di Frate Gratia di Francia che dice << ...et fece fare esso Sig:re una eccellente ,et preciosa Chiesa dentro Urciano >> , inoltre dice ancora << Lo mastro che disegnò questo loco (si tratta di Santa Maria delle Grazie di Senigallia ) se chiamava Mastro Vaccio da Urbino , questo fu homo de grande ingegno >>. Lui designò la Rocca de Senigaglia et altri edifici , concludendo il Baccio farà dunque due chiese per Giovanni della Rovere. Quindi dopo le affermazioni del Frate Gratia di Francia sulla Nostra Duchessa di Sora Giovanna , voglio portare all'attenzione di una pubblicazione di un Professore ordinario di Costruzione di macchine Università di Bologna Prof. Pier Gabriele Molari dal titolo Piero della Francesca :la soluzione dell'enigma della Flagellazione e il ritrovamento dell'affresco perduto.
In questa pubblicazione il Professore Pier Gabriele Molari è riuscito in diversi dipinti di grandissimi artisti a mettere alla luce chi sono i personaggi dei dipinti e sopratutto riesce a mettere in evidenza la figura di Giovanna da Montefeltro che per Noi di Sorasotterranea questa pubblicazione è stata molto esaustiva. Infatti torniamo alla Nostra Giovanna da Montefeltro ,molti si domandano i capelli della Duchessa di Sora Giovanna come erano , pochi sono i dipinti su Giovanna da Montefeltro, e quei pochi ci aiutano a capire che la Nostra Duchessa di Sora aveva i capelli sicuramente un biondo scuro, infatti abbiamo selezionato alcuni dipinti, uno sulla sua gioventù denominato << Il carro dei vivi con Federico da Montefeltro , La Madonna di Senigallia , La tavola di Brera ,Giovane introdotto tra le Arti Liberali, e La Muta Nel Trionfo di Federico possiamo notare quasi tutta la sua famiglia sul carro e tra cui anche Giovanna
I Trionfi di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza
Tratta da Wikipedia
Nel dettaglio di questo dipinto di Piero della Francesca possiamo notare che Giovanna da Montefeltro seduta sul carro porta i capelli biondi scuri
Nel secondo dipinto la Madonna di Senigallia sempre di Piero della Francesca si può notare la nostra Duchessa di Sora Giovanna da Montefeltro a lato destro di Guidubaldo da Montefeltro che dovrà prendere il posto della madre appena defunta anche qui con i capelli biondi scuri
La Madonna di Senigallia Tratto da wikipedia
Infatti nel dettaglio si puo' notare Giovanna da Montefeltro ingrandita con i capelli biondi scuri
Giovanna da Montefeltro
Nella Pala di Brera o detta anche Pala Montefeltro dipinto di Piero della Francesca troviamo anche qui la Nostra Giovanna
Tratto da wikipedia
Anche qui facendo un'ingrandimento possiamo dire che la Nostra Duchessa Giovanna da Montefeltro porta i capelli biondo scuri
Da un'altra pubblicazione di Luciano Baffioni Venturi dal titolo << Storia degli Sforza Pesaresi >>
troviamo la pubblicazione ben descritta in ogni suo particolare , inoltre riesce a descrivere in un'altro dipinto molto importante, questa volta il pittore è Sandro Botticelli dal titolo Giovane introdotto tra le Arti Liberali, un dipinto dove tutte le figlie di Battista Sforza si trovano accanto a Lei e qui si può notare Giovanna da Montefeltro sicuramente molto giovane intorno ai 20-
Giovane introdotto tra le Arti Liberali Sandro Botticelli
Infatti nel dettaglio possiamo vedere Giovanna da Montefeltro un viso molto dolce con i capelli biondi scuri all'età di 20-
Un'altro dipinto bellissimo che rappresenta la Nostra Duchessa di Sora più matura è quello del Grande artista di Raffaello Sanzio la Muta troviamo un'altro volto dell'incantevole Giovanna da Montefeltro databile nell'anno 1507
La Muta -
Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
Descrizione del volto di Giovanna da Montefeltro nel dipinto La Muta di Raffaele Sanzio
Giovanna da Montefeltro aveva il volto di chi ha conosciuto la tempesta ma ne è uscita intatta, come una reliquia sopravvissuta al fuoco. La sua pelle pallida e pura come pergamena invecchiata dal tempo. Gli occhi , fermi e profondi nel guardarli sembrano contenere intere stanze della memoria , saloni d'infanzia ,corridoi di fuga , altari di preghiera mai dimenticati ,bastava uno sguardo per imporsi in ciò che chiedeva, per non parlare poi delle sue labbra, chiuse in una linea sottile , dove non avevano bisogno di voce per imporsi , portava il dolore come un gioiello antico,nascosto,ma mai dismesso. I capelli biondo scuri raccolti con ordine, disegnavano intorno al viso un'aura quasi sacrale , come un'icona vivente di una nobiltà che non chiedeva conferma.
Simboli nascosti ne dipinto di Giovanna da Montefeltro
Molti studiosi stanno facendo tantissime scoperte sui dipinti di Leonardo da Vinci, di Raffaello Sanzio, e altri artisti importanti , leggendo un libro dell'autore Agostino De Santi Abati che parla dei segreti codici della Gioconda ma addirittura menziona anche il dipinto di Raffaello Sanzio la Muta dove parla proprio della posizione delle mani nel dipinto, una relazione veramente importante e che da dell'incredibile , per non parlare dei simboli e segreti del dipinto della Gioconda di Leonardo da Vinci Parlando del dipinto della Muta se guardiamo poi le mani una sopra l'altra con l'indice della mano sinistra (dove chi non lo sa ricordo che simboleggia la figura dell'uomo) che indica verso il basso come che si prolungasse per indicare la terra e quindi parliamo di morte soprattutto in riferimento al rito funebre e alla sepoltura. In particolare, l'espressione "Sit tibi terra levis" significa "sia leggera per te la terra" e poi all'indice troviamo un anello con zaffiro per indicarne la castità della vedovanza , viene anche tradizionalmente associato al concetto di fedeltà e all'amore eterno, a conferma di tutto ciò la posizione della mano sinistra è un Mudra cioè un sigillo che nella pratica Yoga viene usato per curare i stati violenti ,la parola Mudra è il potere nascosto dentro di noi, il coraggio di combattere le difficoltà come lo è stato la Nostra Duchessa di Sora Giovanna da Montefeltro
Abbigliamento di Giovanna da Montefeltro
La donna in questa immagine indossa una Gamurra in panno oh detta anche camurra , mentre nel settentrione viene detta Socha, Zupa o Zipa .La donna del XV e XVI secolo prima di indossare la Gamurra sotto portava sempre una camicia di lino che al collo e a volte anche alle maniche vi erano dei ricami color nero come si vede in questo caso ,la camurra di panno verde in questo caso con delle strisce di colore rosso, la camicia chiaramente poteva essere di qualsiasi colore in questo caso era bianca poi sopra veniva messa questa Gamurra che non era altro una veste di panno corrente usata per uscire quasi sempre in questo caso di colore verde scuro ,infine si pùò notare il grembiule in basso che è fermato da un laccio rosso . Il grande Raffaello ha eseguito questo dipinto su una tavola delle dimensioni 64 x48 cm elaborato nel 1507
La storia della Duchessa di Sora
ROCCA GUGLIELMA
Prima di iniziare a parlare di Giovanna di Montefeltro dobbiamo dare un cenno su una rocca chiamata Roccoguglielma , questa rocca si trova tra Napoli e il Basso Lazio, era un possedimento di Giovanni Della Rovere , quest'ultimo essendo Prefetto di Roma stava perdendo continuamente diversi territori. Con il ritorno di Andrea Doria , quest'ultimo recuperò subito la fiducia di Giovanni Della Rovere Duca di Sora facendosi dare l'incarico di protezione della Roccaguglielma,
infatti iniziò con il pagare di tasca sua 25 archibugieri a cavallo ,il tutto per difendere l'ultimo possedimento di Giovanni Della Rovere Doria arrivò subito a Roccaguglielma con i suoi cavalieri , rafforzò tutte le difese sopratutto i torrioni , reclutò chiunque presso Roccaguglielma , portò mogli ,figli,chiunque , insomma per il grande Ammiraglio Doria chiunque poteva essere indispensabile ma sopratutto poteva essere importante ,
dopo qualche settimana di guerra tra l'esercito di Doria e l'esercito spagnolo di Gonzalo , sopravvenne una tregua e si cominciò a fraternizzare tra i due eserciti, il Grande Capitano Gonzalo rimase meravigliato della bravura del giovane Doria e gli chiese di parlare e così si misero d'accordo con la liberazione della Rocca , così per il valore dimostrato e la fama militare per Andrea Doria inziò una amicizia consolidata con la famiglia Della Rovere
GIOVANNA DA MONTEFELTRO
Giovanna da Montefeltro nacque ad Urbino nel 1463 e morì a Roma nel 1513 , fù una grande donna , duchessa di Sora e di Arce e Signora di Senigallia , con le nozze con Giovanni Della Rovere , proseguì la stirpe per la guida del Ducato di Urbino.
Si fidanzò nel 1474 con Giovanni Della Rovere Duca di Sora e Arce e Signore di Senigallia , Vicario Papale di Mondavio e Prefetto di Roma.
Le nozze furono celebrate a Roma il 10 maggio 1478 Giovanna nacque da papà Federico di Montefeltro e da mamma Battista Sforza
La Prefettessa cosi si faceva chiamare, nella sua fanciullezza visse in due palazzi ducali costruiti dal padre Federico di Montefeltro, uno fu il palazzo ducale di Urbino e l'altro fu il palazzo ducale di Gubbio
Palazzo Ducale di Urbino
Palazzo Ducale di Gubbio
Giovanna da Montefeltro si sposò con Giovanni Della Rovere Duca di Sora e Signore di Senigallia il 10 maggio 1478 a Roma e rimase per un anno nella capitale
Giovanni Della Rovere
Giovanna da Montefeltro
Il 5 Marzo del 1496 il Re Carlo VIII scrive una lettera alla Prefettessa
Tratta da i Diari di Sanudo 1879 , c.68
e dal libro "Lo Duca De Sora " di Davide Fabrizi
Strage di Senigallia
Erano gli ultimi anni del pontificato di Alessandro VI che morì nell'anno 1503 .
Cesare Borgia voleva costituire nell'Italia centrale uno stato unico che comprendesse le Marche,l'Emilia Romagna e la Toscana , il Borgia sapeva che il Papa suo padre gli dava un forte appoggio non aveva paura di nulla e ogni città cadeva una dietro l'altra. Dopo Imola e le triste vicende di Caterina Sforza , furono prese Fano e Urbino e toccò alla Rocca di Senigallia
Andrea Doria sapeva benissimo che il Borgia disponeva di un'esercito numeroso , quindi decise di di far fuggire di notte via mare Francesco Maria I Della Rovere attraverso la galea direzione Venezia .
E sempre nella stessa notte fece uscire tre cavalli e Giovanna vestita da uomo esattamente da frate assieme ad una donzella e una guardia fidata uscì dal cunicolo segreto
del castello e riuscirono a passare le linee degli assedianti direzione Firenze,
probabilmente Giovanna usò uno dei tanti passaggi nascosti che si trovano nella Rocca; uno in particolare è proprio
nell’appartamento ducale, nell’ultima stanza adibita a cappella di preghiera: questo spazio, più che per la liturgia, aveva funzione di via di fuga.
Il percorso di Giovanna da Montefeltro fu veramente coraggioso sfidare il Borgia fù veramente una grande impresa coraggiosa, da Senigallia fuggì di notte con tre cavalli arrivò prima al Borgo di San Sepolcro ,la patria di Piero della Francesca molto amico della Giovanna e fecero la prima sosta , poi proseguirono per Firenze arrivando all'amico Gonfaloniere Soderini dove aspettarono un giorno Andrea Doria , poi il giorno dopo proseguirono per Lucca ed infine Genova.
Visto che tutta Senigallia era assediata l'ambasciatore di Cesare Borgia chiese ad Andrea Doria dove era Giovanna e Andrea gli rispose che Giovanna era a letto e non si poteva parlare con Lei perchè era indisposta aveva un disturbo intestinale e quindi aveva trascorso una notte molto agitata , quindi l'ambasciatore di Borgia disse che tornerà il giorno seguente per discutere le clausole della resa ,Andrea la notte salì a cavallo insieme ad un servitore ed usci dal cunicolo segreto del castello anche lui travestito e si mise in salvo per dirigersi verso Firenze,
Percorso della Duchessa di Sora a cavallo
Senigallia-
Giovanna da Montefeltro donna dolcissima e molto coraggiosa arriva a Firenze , arriva a cavallo e vestita da uomo esattamente da frate, qui lo accoglie Soderini Piero di Tommaso . nato a Firenze il 1452 e morto a Roma nell'anno 1522 , Gonfaloniere di Giustizia nel 1502 , cugino di Lorenzo il Magnifico, Giovanna rimase in attesa che arrivasse il suo protettore Doria , per poi ripartire per Genova anche se sapeva che in quel palazzo di Pier Soderini era protetta
fu il primo a preoccuparsi del Salone del Cinquecento in Palazzo Vecchio , Giovanna e Soderini erano amici da diverso tempo , quest'ultimo era un'uomo scrupoloso intelligente e molto attento
la Prefettessa era una mecenate e cioè era quella figura che si impegna a tutelare, promuovere e sostenere finanziariamente l'attività artistica e culturale degli artisti e dei letterati, infatti a Giovanni Santi le commissiona nell'anno 1490 un dipinto dell'Annunciazione, per festeggiare la nascita dell'erede e cioe di Francesco Maria I Della Rovere , e nel 1504
Giovanna da Montefeltro commissiona a Raffaello Sanzio di eseguire un San Michele ma cosa più importante lo raccomanda all'amico fiorentino Soderini Piero di Tommaso e al cognato Papa Giulio II , scrivendogli una lettera
Ecco il Palazzo Ducale di Piero Soderini nella città di Firenze dove si rifugiò Giovanna di Montefeltro dal suo amico Piero in attesa che arrivasse Andrea Doria per proseguire verso Genova dove Giulio II Della Rovere aveva organizzato tutto dalla sua dimora di Savona
Nel libro antichissimo dell'anno 1565 di Lorenzo Capelloni dal nome La vita e gesti di Andrea Doria si parla di tutti i movimenti di Andrea Doria ma sopratutto della sua protetta ossia di Giovanna di Montefeltro Duca di Sora ,il Capelloni descrive che il Doria arrivato a Firenze persuade Giovanna di lasciare Firenze e continuare per Genova come dispone anche il Cardinale Giuliano
Della Rovere suo cognato che abitava a Savona Infatti il Cardinale Giuliano futuro poi Papa Giulio II avvisato dell'arrivo della Duchessa di Sora Giovanna a Genova, fece preparare un Palazzo vicino alla Porta di San Tommaso di Genova , il palazzo molto grande , molto sontuoso e con tutte le comodità dell'epoca , non era altro che il famoso Palazzo Doria
Palazzo del Principe Andrea Doria
Intanto dopo qualche giorno arrivano a Genova il grande ammiraglio Doria e Giovanna da Montefeltro , un palazzo molto sontuoso e molto grande con tutte le sue comodità , e dopo questo lungo viaggio ognuno si va a riposare nella sua stanza che il cardinale Giuliano aveva preparato.
LA GRANDE SFIDA DI GIOVANNA DI MONTEFELTRO CONTRO SUO COGNATO PAPA GIULIO II
Siamo giunti nel mese di Gennaio 1503 a Genova , erano passati più di qualche giorno , ed ecco che arrivano al palazzo due persone inviate dal cognato Giuliano il cardinale , erano due persone che cercavano Giovanna di Montefeltro e chiedono di essere ricevuti . Queste due persone nel colloquio con Giovanna , cercavano di convincerla a cedere al Cardinale di San Pietro in Vincoli
Basilica di S.Pietro in Vincoli con la tomba del Papa Giulio II
i diritti sui suoi feudi del Napoletano, infatti il cardinale Giuliano sapeva che il figlio di Giovanna, Francesco Maria I Della Rovere , era già Prefetto di Roma , Signore di Senigallia, aveva appena 11 anni sotto la cura materna , non solo era il Signore di Senigallia ma successe anche ad altri stati , quali Duca di Rocca Gugliema , Duca di Urbino ,Duca di Sora e di Arce , in poche parole quella investitura dopo la morte di Giovanni Della Rovere suo padre fu tutto ereditario per Francesco Maria I Della Rovere, il cardinale Giuliano suo zio volevo a tutti i costi i feudi nel napoletano ,infatti il cardinale tentò una manovra abilissima e cioè sottrarre al nipote tutti i beni che il padre Giovanni della Rovere aveva accumulato , il cardinale faceva leva su Giovanna sulle preoccupazioni e sullo spavento che aveva ricevuto dall'assedio di Senigallia attraverso il Borgia , chiaramente Giovanna pensò di prendere tempo e disse a quelle due persone che fra qualche giorno gli dava la risposta . Giovanna appena vide che le due persone andarono via , chiamò subito il suo protettore Doria e si consultò , il Doria disse che Lei doveva imbarcarsi subito via mare e raggiungere i suoi possedimenti prima che arrivano gli uomini del cardinale Giuliano .
Siamo sempre nel mese di Gennaio dell'anno 1503 e Genova era il porto prediletto di tantissima gente ma sopratutto dei Fiorentini e Milanesi da qui si noleggiavano velieri più grandi del mediterraneo , per il grande ammiraglio Doria che conosceva molto bene la sua città di Genova non fù così difficile trovare un buon veliero imbarcarsi subito e scendere attraverso il mare evitando i pericoli nei territori dell'Italia che doveva attraversare.
Il porto di Genova secolo XVI
Così Giovanna partì da Genova nell'anno 1503 sul veliero indicato dal Grande Ammiraglio Andrea Doria ed arrivò a Gaeta per poi spostarsi nei suoi feudi nel regno di Napoli , ma sopratutto per arrivare al ducato di Sora In tre giorni arrivò di mattina a Gaeta e dove poi si spostò nei suoi feudi . Il primo feudo che raggiunse Giovanna con il piccolo Francesco Maria I Della Rovere fu la Rocca Guglielma ,
dove trovò diverse persone che la stavano aspettando. Il giorno dopo presso la Rocca Guglielma arrivano il camerario un certo Casteldebrio che era una persona fidata raccomandata del Cardinale Giuliano Della Rovere insieme a diverse persone , il camerario portava con se diversi denari per corrompere i Castellani , quest'ultimi erano i responsabili del Castello.
Il camerario chiese libero ingresso per se e per i suoi uomini , il responsabile del castello di Rocca Guglielma chiese se voleva entrare nel castello doveva eseguire un segno di riconoscimento che in questo caso era un chirografo e poteva entrare solo lui il camerario . Il chirografo era un documento medievale scritto in duplice,triplice o più raramente in quadruplice copia su un singolo foglio di pergamena con la parola latina chirographum
Chirografo in triplice copia Anno 1303
La guardia del castello notò che il camerario non aveva con se il segno di riconoscimento e cioè il chirografo , decise di portare solo lui a parlare con il Castellano , così condusse il camerario nella stanza del Castellano scortato da due guardie , e al davanti del camerario uomo di fiducia del Cardinale Giuliano Della Rovere si presentò la Prefettessa ,Giovanna da Montefeltro .
La Prefettessa con tono cupo disse : << Orsù , via , porgetimi il mio chirografo >> e siccome il camerario non potè rispondere ,vergognandosi senza dire nulla piegò il capo perchè non aveva il chirografo ,la Prefettessa soggiunse << Andate, e a cui vi manda dite, che così non costumano i sacerdoti, nè i parenti, anzi nè manco chi desidera mantenersi in fama di uomo dabbene >>. Così le persone di fiducia del Cardinale Giuliano Della Rovere tornarono a Roma ,e la Prefettessa aveva vinto un'altra battaglia contro un cognato violento di cui la collera si accendeva appena che c'era il primo ostacolo . Così il giorno dopo la Prefettessa decise di proseguire per la fortezza più sicura ed inespugnabile e cioè Rocca Sorella di Sora
La Duchessa Giovanna Feltria giunse a Sora
La Duchessa di Sora Giovanna di Montefeltro giunge a Sora in una mattinata del mese di gennaio nell'anno 1503 dopo che aveva lasciato la fortezza di Rocca Guglielma ,giunse a Sora con suo figlio Francesco Maria I Della Rovere , la prima ad accoglierla fu la sorella Agnese che si trovava a Sora per preparare la dimora a sua sorella Giovanna , Agnese si era sposata con Fabrizio Colonna di Paliano nel 1489, Giovanna fu accolta gioiosamente da tantissime persone , non salì immediatamete su alla fortezza di Rocca Sorella dove diverse persone la stavano aspettando , ma si fermò prima in un palazzo ducale della città di Sora denominato in quell'epoca Palazzo dei Conti ,quindi questa è la prima traccia (un palazzo nobiliare) un edificio che rappresenta un'importante punto di riferimento per la nobiltà dell'epoca ,questo palazzo all'epoca era un luogo di accoglienza e molto rappresentativo per la città di Sora , dove Giovanna la Prefettessa potè stabilire il suo potere e la sua autorità prima di salire su al Castello di Rocca Sorella ,il Palazzo dei Conti a Sora durante il periodo di permanenza di Giovanna da Montefeltro si trovava nel centro storico della città , questo Palazzo rappresentava un'importante edificio nobiliare e rappresentava il potere e l'autorità della Famiglia che lo governava .
la seconda traccia è il vestito che indossa, molte volte è dipinta da diversi artisti come il quadro del Botticelli ,Giovanna è dipinta di colore verde , come del resto la Muta di Raffaello in quel dipinto è sempre di colore verde con qualche linea di colore rosso , per esempio Piero della Francesca la rappresenta vestita di colore rosso nella Pala di Brera come nella Madonna di Senigallia , un'altro artista esegue un dipinto del suo vestito di colore rosso come dice il poeta Carducci dice che la Prefettessa portava una veste rossa o addirittura color sanguigno, la terza traccia è vedere in un dipinto di Giovanna sopra il suo carro con i cavalli vola sulla Rocca Roveresca di Senigallia e vicino alla spiaggia si vedono i delfini che il loro significato è che il delfino è simbolo di saggezza e prudenza ed è legato alla rigenerazione e alla divinazione che sposa benissimo la Nostra Duchessa di Sora e Signora di Senigallia Giovanna di Montefeltro
La Rocca Sorella vista da lontano
Intanto continuiamo questa Grande storia della nostra Duchessa Giovanna di Montefeltro Siccome la Prefettessa Giovanna sapeva che il Borgia prima o poi veniva per conquistare la città di Sora e per catturare Lei e suo figlio di appena undici anni ,iniziò con attenzione e meticolosità a preparare una forte resistenza con i Sorani presso la Rocca Sorella di Sora.
Infatti il popolo della città di Sora è stato sempre riconosciuto come un popolo guerriero capace di cacciare l'invasore , e Giovanna sapeva che la Rocca Sorella era inespugnabile , perciò decise di venire in questo Ducato perchè era sicura che non veniva catturata ma anche per difendere questo stato e lasciarlo poi a suo figlio Francesco Maria I Della Rovere
LA MECENATE DEL RINASCIMENTO
Giovanna da Montefeltro donna sicura di se , amante della storia e dell'arte conosceva molti artisti di quell'epoca e anche molte donne che amavano l'arte come Isabella d'este. Infatti Isabella d'este scrisse a Giovanna da Montefeltro il 22 settembre del 1500 per richiedere l'intercessione affinché Pietro Vannucci detto il Perugino, realizzasse un dipinto per il suo studiolo di Mantova. Giovanna da Montefeltro rispose il 2 ottobre del 1500 dicendo che era "homo difficile ad indurlo" ma avrebbe cercato di ottenere una risposta, nel 1502 Isabella d'este scrive di nuovo a Giovanna da Montefeltro per sollecitare l'intervento presso il Perugino, e grazie a queste intercessioni all'inizio del 1503 fu stipulato il contratto tra la marchese di Mantova e il pittore per la realizzazione dell'opera " Lotta fra Amore e Castità"
Esistono diverse evidenze storiche che attestano contatti tra Isabella d'Este e Giovanna da Montefeltro , un particolare è una lettera del 27 ottobre 1507 inviata da Isabella d'Este a Giovanna da Montefeltro è menzionata nell'inventario delle lettere della marchese di Mantova.
Una persona in comune tra Giovanna da Montefeltro e Isabella d'Este oltre ai diversi artisti di quell'epoca vi era un uomo condottiero , fu uno dei principali umanisti alla corte di Isabella d'Este a Mantova e segretario e consigliere culturale , nonché autore di opere dedicate alla marchesa, tra cui il trattato De mulieribus in cui esaltava le qualità intelettuali e il ruolo delle donne nelle corti rinascimentali, Mario Equicola . Equicola si occupò ala corte di Isabella d'Este dell'educazione di Federico II Gonzaga figlio di Isabella dove quest'ultima promosse dei circoli letterari e artistici per suo figlio
e la dimora di Giovanna da Montefeltro
La prima cosa che faceva nel mattino spesso andava nella cappella di San Casto e Cassio per pregare e meditare , con se aveva un breviario, che non era altro che un libro liturgico che contiene l'intero ufficio divino, secondo il rito della Chiesa romana, la duchessa era molto devota a San Francesco e Santa Chiara,ogni tanto riceveva lettere dal fratello Guidobaldo e dai parenti legati ai Montefeltro o ai Della Rovere, nel tempo libero passeggiava nel giardino e cercava di educare il figlio Francesco Maria I Della Rovere e a prepararlo a diventare un Grande Duca, a volte insieme salendo sulla torre ma sempre scortata le facevano vedere il verde Liri con sguardo nostalgico .
In un trattato di Achille Lauri sul Castello di Sora scritto nell'anno 1953 parla che a guardia del castello vi era l'ardimentoso Mario Equicola quindi ritornando a noi ai tempi della fuga di Giovanna da Montefeltro da Senigallia i due si conoscevano . La presenza di Giovanna da Montefeltro e del figlio contribuì a trasformare il castello in un centro culturale e artistico, ospitando personalità di rilievo dell'epoca. Questa evoluzione sottolinea l'importanza del ruolo di Giovanna nel promuovere la cultura e l'arte durante il suo soggiorno. In quel tempo la Duchessa Giovanna fece in modo che il nostro Castello doveva essere fornito non solo delle comodità indispensabili ai militi e ai servienti ma di ogni conforto per i Duchi , infatti la Prefettessa Giovanna visto che il castello era provvisto di diverse camere , fece arrivare notai che erano dei stenografi per fare atti privati ,
l' amanuense che era colui che ricopiava i testi manoscritti, pincipalmente erano dei monaci ,
ed infine il miniaturista che erano delle figure che creavano delle immagini, e poi vi era una stanza dove si redigevano anche i privilegi su pergamena ,infatti questo privilegio lo troviamo nella Storia Sacra e Profana D'Aquino, e sua Diocesi del Signor D.Pasquale Cayro ,
inseriremo una copia non originale trascritta dal libro , per far capire che Giovanna da Montefeltro quando scrisse questo privilegio si trovava sul Castello di Sora di San Casto e Cassio , correva l'anno 1503
insomma arte e cultura in una grande fortezza del Castello di Sora a cura della Duchessa di Arce e di Sora Giovanna da Montefeltro
Poco prima aveva probabilmente ordinato a Raffaello un dipinto su tavola con S. Michele per celebrare l’elezione di Francesco Maria I all’ordine sovrano francese di San Michele ,con l'elezione al soglio pontificio di Giulio II, Francesco Maria I, fu rapidamente impiegato dal papa nella politica roveresca, volta ad allargare le aree di influenza presso le altre dinastie della penisola,Guidobaldo fratello di Giovanna da Montefeltro era il duca di Urbino, privo di prole decise di adottare il nipote il 18 settembre 1504 , quattro anni dopo muore Guidobaldo a Fossombrone esattamente 11 aprile 1508 e diventa Duca di Sora e di Urbino e Signore di Senigallia avendo al comando uno zio Papa Giulio Della Rovere . Giovanna era tornata a ricoprire un ruolo pubblico a Roma già dopo la morte del Borgia, e nel 1510 presenziò al matrimonio del figlio Francesco Maria I Della Rovere con Eleonora Gonzaga, figlia del marchese di Mantova,
Tratto da Wikipedia
Dove è sepolta Giovanna da Montefeltro
Due anni dopo il 25 Novembre 1513 Giovanna da Montefeltro Duchessa di Sora si spense a Roma all'età di 50 anni, nel Palazzo Della Rovere (nell'attuale via della Conciliazione), donato a suo marito dal Papa Sisto IV , la sua tomba si trova presso la Basilica di Santa Maria del Popolo, all'interno della cappella Basso Della Rovere .
Basilica di Santa Maria del Popolo